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mag 02, 2024

Piano di Transizione 5.0

Il 26 Febbraio 2024 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri e su proposta del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il decreto-legge Pnrr sul “Piano Transizione 5.0”.

Il piano consiste in 6.3 miliardi di euro, da sommare ai 6,4 miliardi previsti dalla legge di bilancio, stanziati per sostenere, incentivare e finanziare la digitalizzazione e la transizione green delle imprese italiane. 

Il Ministro Adolfo Urso afferma: "Il Piano Transizione 5.0 è architrave della nostra politica industriale, per consentire alle nostre imprese di innovarsi per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, nei due anni decisivi 2024/2025, in cui si ridisegnano gli assetti geoeconomici. Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura è orientata anche alla formazione dei lavoratori, perché le competenze sono il fattore che fa la differenza soprattutto per il nostro Made in Italy".

Obbiettivi 

Questa misura economica ha l’obbiettivo di supportare il passaggio dei processi produttivi ad un modello energetico efficiente, sostenibile e improntato su energie rinnovabili. Attraverso questo piano, si vorrebbe raggiungere un risparmio di energia derivante dal petrolio di 0,4 milioni di tonnellate tra il 2024 il 2026.

Inoltre, almeno € 4.032.000.000 devono necessariamente contribuire agli obbiettivi climatici.

Come funziona 

Alle aziende che hanno intenzione di investire in attività digitali, autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, e formazione del personale (finalizzata all’acquisizione e al miglioramento di competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica) verrà concesso un credito di imposta automatico, senza valutazioni preliminari. 



Le imprese, a prescindere dalla loro dimensione e di qualsiasi regione italiana, verranno agevolate negli investimenti in beni materiali e immateriali, purché si arrivi ad almeno il 3% di riduzione di energia finale o al risparmio energetico nei processi di almeno il 5%. 


Le aliquote del credito d’imposta previste aumentano all’aumentare dell’efficientamento energetico:

Se il risparmio energetico è almeno del 3% (sull’unità produttiva) o del 5% (sui processi):

  • 35% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 15% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro
  • 5% oltre i 10 milioni di euro

Se il risparmio energetico è superiore al 6% (sull’unità produttiva) o al 10% (sui processi) le aliquote si alzano:

  • 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 20% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro
  • 10% oltre i 10 milioni di euro

Se il risparmio energetico è superiore al 10% (sull’unità produttiva) o al 15% (sui processi):

  • 45% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 25% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro
  • 15% oltre i 10 milioni di euro

Il regime di crediti previsti dalla misura comprendono le spese tra il 1° gennaio 2025 e il 31 agosto 2026.

I progetti dovranno poi essere certificati da un valutatore indipendente attraverso certificazioni ex ante ed ex post. 


Per accedere agli incentivi che questa manovra mette a disposizione, diventa quindi fondamentale per le aziende adottare soluzioni software ed hardware che permettano il monitoraggio, la condivisione e l’interpretazione dei dati ambientali e di campo. Tra i beni immateriali rientrano infatti:


  • software, sistemi, piattaforme e applicazioni di supporto alle decisioni in grado di interpretare dati analizzati dal campo e visualizzare agli operatori in linea specifiche azioni per migliorare la qualità del prodotto e l’efficienza del sistema di produzione;
  • software, sistemi, piattaforme e applicazioni per il monitoraggio e controllo delle condizioni di lavoro delle macchine e dei sistemi di produzione interfacciati con i sistemi informativi di fabbrica e/o con soluzioni cloud;
  • software, sistemi, piattaforme e applicazioni in grado di comunicare e condividere dati e informazioni sia tra loro che con l’ambiente e gli attori circostanti (Industrial Internet of Things) grazie ad una rete di sensori intelligenti interconnessi;

Indicatori comuni di investimento 

Per questa misura sono previsti degli indicatori comuni utili a monitorare e valutare il raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Tra i 14 indicatori individuati nel Regolamento delegato 2021/2106, i 5 che riguardano il piano di transizione 5.0 sono:

1. Risparmio nel consumo annuo di energia primaria


6. Imprese supportate nello sviluppo o nell’adozione di prodotti, servizi e processi applicativi digitali 


9. Imprese supportate 


10. Numero di partecipanti all’istruzione o alla formazione 


14. Numero di giovani di età compresa tra 15 e 29 anni che ricevono sostegno

In conclusione

La prospettiva aperta dal Piano di transizione 5.0 verso un modello di imprese sostenibili, tecnologiche, innovative, competitive e in grado di generare valore è ampia e promettente. Non resta che attivarsi e sfruttare questa importante occasione per migliorare la propria impresa e proiettarla verso i modelli del futuro.

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